Questa pagina racchiude gli usi e i costumi della zona. Tradizioni che vengono tramandate di generazione in generazione, molte sono legate alla religione Cristiana e alla Natura che circonda questi luoghi. Ho cercato di inserire le tradizioni in ordine di avvenimento nell'anno solare. |
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A Trafoi, come in tutti i paesi dell'Alto Adige, la tradizione dell' EPIFANIA è davvero molto sentita come senso Cristiano e non commerciale del termine. Tre ragazzi, chiamati Sternsinger o Cantori della Stella, rappresentato i Tre Re magi e vanno di casa in casa ad annunciare la nascita di Gesù Cristo. |
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Il LANCIO DELLE ROTELLE fatte di legno a Trafoi ha una lunga tradizione.
La prima domenica di quaresima si festeggia, appunto, la tradizione dello “Scheibenschlagen”.
Le rotelle vengono lanciate per far "passare" l'inverno e dare il benvenuto ai giorni di primavera.
Ogni anno un gruppo di circa 30 persone, tutti abitanti di Trafoi, si reca sull'altra parte del rio Trafoi per salire su quella roccia chiamata in lingua tirolese "Pettleiknott".
La roccia è situata proprio di fronte alla Pensione Garni Interski.
Tanti spettatori si godono questo evento perchè le rotelle, prima di essere lanciate, vengono bruciate nel fuoco e pertanto possono essere facilmente osservate come volano da una parte all'altra della valle.
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Una tipica usanza di Prato allo Stelvio è la MASCHERATA, che dalla domenica al martedì di carnevale scalda l’atmosfera del paese.
Si pensa sia una manifestazione di origine pagana che dovrebbe servire a combattere il potere dell’inverno, a rinvigorire la forza del sole e a favorire la fertilità.
Alla mascherata partecipano sette coppie, tra le quali il pagliaccio, il musicista, Zoch e Pfott (vecchio e vecchia), i quali presentano diversi balli.
La Mascherata attraversa un po' di paesi (anche Trafoi) in vari giorni.
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La corsa degli ZUSSELN (foto 2011) -- (foto 2014), o meglio conosciuto con il nome tedesco di Zusslrennen, è un’antica usanza che si ripete ogni anno il giovedì grasso a Prato allo Stelvio.
Le “Zussln” sono impersonate esclusivamente da ragazzi e uomini del paese, che si presentano completamente vestiti di bianco, abbelliti da fiocchi colorati e fiori di carta increspata. Alla vita portano campanacci di dimensioni notevoli dal peso di circa 20 chili.
La tradizione vuole che il grande fracasso prodotto dai pesanti campanacci delle “Zussln” aiuti a scacciare gli spiriti cattivi ed il freddo invernale, nonché a risvegliare il grano, sperando in una nuova annata prospera e feconda.
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La tradizione del PFLUAGZIACHN è festeggiata ogni due anni il sabato dopo il giovedì grasso a Stelvio.
Sperando che l’anno successivo la mietitura sarà un successo. Uomini e ragazzi sfilano in corteo con un aratro per i vicoli stretti del paese per cacciare gli spiriti cattivi dell’inverno.
È uno spettacolo che simbolicamente dimostra la fine dell’inverno.
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Le tradizionali processioni della MADONNA DELLE TRE FONTANE di Trafoi avvengono in due momenti dell'anno: il lunedì di Pentecoste (dal paese al Santuario delle Tre Fontane) e l'ultima domenica di settembre (dal Santuario alla Chiesa del paese).
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La tradizionale FESTA CAMPESTRE DI FERRAGOSTO a Trafoi che si tiene presso il luogo delle Tre Fontane. E' sempre partecipata da numerose persone. Ricordiamo che Ferragosto è la Festività della Madonna Assunta e qui è pertanto molto sentita. Dopo la S. Messa le famiglie abitanti delle valli (ed anche quelle di numerosi turisti) si fermano qui per festeggiare, mangiando le cose tipiche del luogo. E' sempre stata un momento di incontro anche per gli ex frequentatori del Centro Montano della Polizia di Stato. Dal 2014 la festa campestre estiva non è più stata organizzata.
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La TRANSUMANZA a Trafoi ha origini antiche. Il paese ha sempre vissuto sull'allevamento di bestiame. Prima, sia gli ovini che i bovini, erano molto numerosi rispetto al numero degli abitanti. Spesso le auto dovevano fermarsi per far passare i greggi o le mandrie.
Pian piano gli abitanti hanno preferito rivolgere le proprie energie al turismo, lasciando solo ad alcuni la fatica di fare gli allevatori...
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I KLOSEN di Stelvio sfilano il sabato prima di San Nicolò (6 dicembre), è una tradizionale sfilata con maschere fatte a mano.
È preannunciata da robusti suoni di campanacci ai quali si mischia presto un coro scomposto di urla stonate. I Klosen sono legati alla diffusione del culto di San Nicolò (Santa Klaus). Egli fu uno dei santi più popolari della Chiesa greca e latina.
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I KOATLACK di Prato allo Stelvio sfilano il sabato prima di San Nicolò (6 dicembre), è una tradizionale sfilata con maschere fatte a mano.
È preannunciata da robusti schiocchi di frusta che scaldano l'aria. I Koatlack sfilano a piedi e con carri trainati da trattori per la via principale. Per assistere a questa spettacolare manifestazione si riuniscono centinaia di persone che ingannano l'attesa ed il freddo con Vin Brulè. Anche i Koatlack come i Klosen sono legati alla diffusione del culto di San Nicolò (Santa Klaus).
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I Mercatini di Natale sono senz'altro la tradizione dell'Alto Adige più conosciuta. Centinaia di migliaia di persone arrivano da tutto il Nord Italia e non solo, per vedere questi caratteristici mercatini.
- GLORENZA Dal 06 all'08.12.2024 (foto 2024).
- SILANDRO Dal 14 al 15.12.2024.
- VAL MARTELLO edizione 2024 non prevista (foto 2010).
- MERANO dal 29.11.2024 al 06.01.2025 (foto 2010, foto 2013).
- BOLZANO dal 28.11.2024 al 06.01.2025 (foto 2021), (foto 2024).
- BRESSANONE dal 29.11.2024 al 06.01.2025 (foto 2021).
- VIPITENO dal 29.11.2024 al 06.01.2025 (foto 2021).
- BRUNICO dal 29.11.2024 al 06.01.2025.
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La Storia degli SCHUTZEN è riconducibile a Leopoldo I d'Asburgo (1704).
Nel passato erano dei soldati adibiti alla difesa del territorio tirolese.
Il corpo degli Schützen esiste ancora oggi, anche se ha perso la propria funzione paramilitare. Oggi giorno svolge prevalentemente funzioni di tutela dei valori cristiani, delle tradizioni e costumi tipici del territorio Tirolese.
(alcune foto degli Schützen)
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La favola dell'ORTLES ancora oggi è raccontata ai bambini.
"Un tempo, la Val Venosta era abitata dai giganti.
Uno di loro si chiamava Ortles ed era il più alto e superbo perché da lassù tutti gli apparivano minuscoli.
Ma venne il giorno in cui il furbo gnomo Nudelhopf si arrampicò fin sulla sua testa e, tra canti e danze, lo derise dato che ora l'Ortles era più basso di lui.
Punto nell'orgoglio il gigante tentò di acchiappare lo gnomo, ma fu punito e trasformato in ghiaccio e roccia per l'eternità.
E così il monte Ortles è la cima più grande dell'Alto Adige".
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La leggenda della Stella Alpina
Una volta, tanto tempo fa, una montagna malata di solitudine piangeva in silenzio.
Tutti la guardavano stupiti: i faggi, gli abeti, le querce, i rododendri e le pervinche.
Nessuna pianta però poteva fare qualcosa, poiché legata alla terra dalle radici. Così neppure un fiore sarebbe potuto sbocciare tra le sue rocce.
Su dal cielo, se ne accorsero anche le stelle, quando una notte le nuvole erano volate via per giocare a rimpiattino tra i rami dei pini più alti, una di loro ebbe pietà di quel pianto e senza speranza scese guizzando dal cielo. Scivolò tra le rocce e i crepacci della montagna, finché si posò stanca sull’orlo di un precipizio. Brrr!!! … Faceva freddo
Era stata proprio pazza per aver lasciato la serena tranquillità del cielo!
Il gelo l’avrebbe certamente uccisa.
Ma, la montagna corse ai ripari, grata per quella prova d’amicizia data col cuore.
Avvolse la stella con le sue mani di roccia in una morbida peluria bianca. Quindi, la strinse legandola a sé con radici tenaci.
E quando l’alba spuntò, era nata la prima Stella Alpina.
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